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Tanta roba

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Da qualche giorno avevo in mente di scrivere un post di fine stagione agonistica sul blog. Per me è stata un'ottima stagione, forse la migliore da quando pratico il triathlon.  Tante gare, diversi podi e soprattutto una ciliegina finale sulla torta: il titolo di campione regionale di triathlon per la categoria M2 . Tanta roba...  Rimango però agonisticamente insaziabile: il prossimo anno vorrei fare meglio, guadagnare ancora qualche secondo in tutte le frazioni, migliorare le transizioni in zona cambio, battere qualche altro avversario che mi è arrivato davanti in qualche gara... Insomma ho ancora tanta voglia e forse qualche margine di miglioramento. Tanta roba... Eppure non avrei scritto questo post se non avessi trovato un argomento in più da proporvi. Invece eccolo. Nella maratona di New York è arrivata la straordinaria prestazione di una triatleta italiana e si è aperto un interessante dibattito: Sara Dossena e l’exploit di NY – triathlon o specializza

Un podio da ricordare

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Non era la mia prima gara della stagione agonistica 2017, ma visto come erano andate le altre 3 precedenti (un ritiro per foratura ad Ostia, un disastro nella frazione di nuoto a Trevignano, una incredibile  gara annullata a Gaeta ), la consideravo sostanzialmente tale. Ero quindi molto determinato a fare bene e fino alla settimana precedente tutto stava andando per il meglio. Poi, ad una settimana dall'evento, ecco un nuovo post della sfiga : caduta in bici, botta frontale alla testa e collo bloccato dal trauma. Sembrava che dopo il 3 non potesse che esserci il 4... Invece no. Pian pianino il dolore si è molto attutito, tanto da permettermi di corricchiare e nuotare. E allora... CARPE DIEM. Il giorno della gara il clima era perfetto, la location pure e l'organizzazione si annunciava impeccabile. Non potevo mancare e non potevo non provare a dare il massimo. Così è stato. Gara quasi perfetta (il quasi è d'obbligo perchè la voglia di migliorarmi deve rimanere sem

Ci siamo quasi

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Dopo questo allenamento  considero al momento superato l'ennesimo stop per i periodici capricci del mio tendine d'achille. Non oso dire di essere guarito, forse non potrò mai osare tanto, ma dopo quattro mesi completamente senza corsa, tanta ginnastica eccentrica, onde d'urto, pazienza in quantità industriale ed un paio di mesi di ripresa graduale oggi posso dire di aver ricominciato a correre. Quindi posso riprendere a scrivere su questo blog. La speranza è che il 2017 sportivo sia meglio del 2016. Vedremo. Intanto vi regalo una copertina benaugurante.

Chi vuol esser lieto sia...

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Le cose nella nostra vita spesso non vanno come ci si aspetta. Le sorprese del destino possono essere piacevoli, ma anche incredibilmente atroci e crudeli. All'improvviso ti ritrovi ad urlare "Perchè proprio io!? Perchè proprio ora!?..." e l'impossibilità di trovare una logica negli eventi accresce il tuo dolore. In questi ultimi giorni questo pensiero mi ha accompagnato spesso. Credo di non essere stato l'unico su questo pianeta a domandarsi se si può fare qualcosa o se si deve solo imparare ad accettare che il destino è imperscrutabile e che la vita è come una roulette russa in cui ogni tanto la pallottola che ti capita non è a salve. Io non ho la risposta, ma di certo ho rafforzato la mia già molto vecchia idea che le cose belle della vita, quelle che ti fanno stare bene, vanno apprezzate e godute finchè si può. Finiscono, prima o poi. CARPE DIEM. Sabato, dopo mesi di battaglia con la tendinite e di stop per il recupero da una doppia frattura alle co

Adesso viene il facile!

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A Roma è stato un trionfo. Ora zero chiacchiere e tanti fatti, semplicemente come a Pomezia. Fare bene sarà più facile del previsto. Forza e CoRAGGIo!

Il piacere di vivere

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Yannick Noah è stato il mio mito giovanile. Il mio rapporto con lo sport e forse, per certi aspetti, con la vita, sarebbe stato diverso senza di lui. Yannick mi ha regalato stimoli ed emozioni. Semplicemente e meravigliosamente emozioni. Per chi non lo conoscesse (in fondo chi non seguiva il tennis negli anni '80 è giustificato)   questa intervista  può essere illuminante. A me, invece, queste parole suonano familiari e mi fanno scoprire che il tempo è passato, ma la mia sintonia con Yannick è magicamente rimasta invariata negli anni. E siccome mi piace tracciare con un sottile filo rosso il collegamento tra i miei post, vi dico che nelle parole di Yannick c'è anche la seconda puntata dei consigli per la rinascita dell'atletica italiana. "(servono, n.d.r.) mezzi, strutture, organizzazione e ottimi coach, ma il campione nasce da un ragazzo che si sveglia ogni mattina con un sogno" Meditate gente, meditate...

Virtuous Circle

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Ieri, dopo due mesi di stop per le ormai periodiche bizze del mio tallone sinistro, ho fatto la prima corsetta del 2016. Posso quindi timidamente uscire dal letargo editoriale e festeggiare con il primo post del 2016. Prendendo spunto da una discussione nata sul blog dell'amico Corsaro  vi propongo la mia idea su cosa servirebbe per far rinascere l'atletica italiana, un CIRCOLO VIRTUOSO : più interesse = allargamento del mercato = più soldi = più meritocrazia = più risultati = più interesse .  Un circolo virtuoso, per definizione, si autoalimenta, ma occorre farlo partire. Il  vero problema è questo. Si potrebbe partire da più risultati, magari con un piano pluriennale di valorizzazione dei molti talenti giovani che oggi abbiamo. Ci vorrebbe tempo, pazienza e bisognerebbe affidare a qualcuno in gamba questo programma nazionale... la vedo dura, ma sperar non nuoce. Si potrebbe partire dall'interesse, spingendo mediaticamente il prodotto atletica, ad esempio imitand